mercoledì 22 gennaio 2014

HARRY TI PRESENTO SALLY ALL’AMATRICIANA



Non sono un tipo sdolcinato, tutt’altro. Ma non disdegno di guardare le commedie romantiche, basta che siano di quelle intelligenti e sofisticate, come si suol dire. Per esempio “Harry ti presento Sally”, il classicone degli anni ’80 con una Meg Ryan non ancora botulinata e un Billy Cristal pre-imbolsimento.
Al contrario delle commedie che amo, però, io non sono per niente sofisticata. Per dire, se alla TV trasmettono “Febbre da cavallo” o “L’allenatore nel pallone”, mi stravacco sul divano e mi godo ogni greve battuta del Pomata, di Mandrake  o di Oronzo Canà.
Per non parlare dei vituperati cinepanettoni. Faccio tanto la snob, ma a me De Sica mi fa ridere, e tanto. Quando nel primo “Vacanze di Natale” viene beccato a letto con l’istruttore di sci Zartolin, con relativo mancamento del padre interpretato magistralmente da Riccardo Garrone, mi vengono le lacrime agli occhi.
Così, mi sono messa a fare un esperimento. Ho provato a immaginare la scena cult dell’orgasmo di “Harry ti presento Sally” in chiave italica, come se fosse girata da Neri Parenti o dai fratelli Vanzina.
Ecco ciò che la mia mente malata ha partorito.

I due protagonisti sono alla tavola calda. Arriva il cameriere.

“Abbelli, che volete ordina’? Come piatto der giorno abbiamo trippa de maiale con le cotiche, però ce stanno pure la coda alla vaccinara e l’abbacchio con contorno de patate alla rustica. ‘Mbe, che ve porto?”

Sally
“A me senz’artro er primo c’hai detto, ma nun ce mette’ l’ajio che me copre troppo er gusto sano der maiale; poi, l’olio cor peperoncino portamelo a parte, e invece delle patate, se ce stanno li peperoni è mejo, che so’ più diggeribbili. Portami pure er ketchapp, che se combina bene con la leggerezza della trippa.”

Il cameriere si gira verso la cucina e grida: “A Nandooo! ‘Amo a reggina dee bongustaie! Prepara un numero uno per il tavolo sei!”

Harry
“A me invece solo un’insalatina, grazie.”

Sally e il cameriere si lanciano uno sguardo di compatimento.

Harry
“Amore, ieri notte hai aperto per me le vie dell’infinito. Il tuo corpo caldo e abbacinante come la luna in cielo mi ha fatto superare le vette della passione, si sono spalancate le voragini della mia anima e ho finalmente scoperto qual è il segreto della vita: sei tu, mio unico amore.”

Sally
“A Se’, ma che cazzo stai a di’? Intanto, abbaccinante lo dici a tu’ sorella, e poi ‘sta settimana me so’ fatta tre lampade, se proprio lo vuoi sape’.”

Harry
“Ma tesoro, era una metafora… Volevo dire che ieri sera è stato stupendo. Sai, non mi era mai capitato di avere una tale sintonia sessuale con una donna, e credo che anche per te sia lo stesso, visto che, modestamente, ti ho fatto godere per ben tre volte.”

Sally
“A Se’, ma che te credi d’esse’, Bred Pitte o De Caprio? Mo’ la prossima vorta te imparo io a tratta’ ‘na vera signora come la sottoscritta. A parte che i preliminari nun sai manco dove stiano de’ casa, e poi er tutto è durato 37 secondi netti: me parevi Mennea alle Olimpiadi, me parevi!”

Harry
“Ma amore, non si può sbagliare su queste cose! I tuoi gemiti e le tue urla erano più eloquenti di qualsiasi parola… E poi, scusa, ti ho addirittura posseduta sul cofano della macchina perché la passione ci ha travolti prima che arrivassimo a casa tua…”

Sally
“A Se’, urlavo perché lo stemma della tua cazzo de BMW mi si è conficcato indelebbilmente qua sur coccige, li mortacci tua e de tu’ padre che t’ha prestato a machina! E poi, lo sai che te dico? Che nun  ce vo’ gnente co’ voi uomini a farvi credere quello che ce pare a noi. Vuoi sape’ quante vorte ho urlato pe’ finta, pur de farti smette’ de trapanare come un breckedecker? Senti un po’ come se fa: ahhhh, ahhhh, sìììì, ancora, daje così, anvedi ‘sto mastino, ohhhh, li mortacci, sììì, sììì, affonda, de ppiù, li rimortacci, arivo, arivooooo!”

Pausa.

Al bar, tutti si mettono a chiamare il cameriere per ordinare la trippa di maiale con le cotiche.


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