Ho notato che gli esseri umani ormai assomigliano sempre più
alle loro auto. Una volta si facevano parallelismi con gli animali, in
particolare tra i cani e i loro padroni. Adesso, invece, basta guardare un’auto
che si muove per le strade di una città per capire chi le guida. Premetto che
sono una donna atipica, nel senso che vado veloce, strombazzo a chiunque osi
rallentare davanti a me e mi trasformo nella versione femminile di un serial
killer appena appoggio il piede sull’acceleratore, quindi probabilmente non sono
dotata della necessaria obiettività di giudizio. Poche cose come la guida
dell’auto tirano fuori il peggio del peggio dalle persone. Eppure, mi hanno
sempre affascinato le categorie umane; per esempio, ce ne sono un paio che se
la giocano a pari merito nella mia top ten delle merde antropomorfe: i
possessori di SUV e quelli di SMART.
Amico del SUV, già che ti compri una specie di cingolato da
cui si riesce a vedere dentro le finestre del primo piano, mi fa capire senza
ombra di dubbio che sei un coglione. Perché munirti di un’astronave se poi non
sai dove parcheggiarla? No, la seconda o la terza fila non sono un’opzione
possibile, se non per un minus habens alla Lapo Elkan (tipico esponente della
categoria SUV) perché esistono delle regole che anche tu devi rispettare. Mi
rendo conto che è difficile per uno come te avvicinarti a un concetto così
elaborato, in quanto le dimensioni del tuo cervello sono inversamente
proporzionali a quelle della tua auto, allora qualcuno dovrebbe inculcartele a
forza, queste regole, così come dovrebbero inserirti a forza anche il pomello
del cambio in un altro orifizio del tuo corpo. Vorrei aggiungere una postilla
per le donne guidatrici di SUV. Oltre a essere già decerebrate di vostro,
perché siete quelle che vanno a prendere i figli (asini) a scuola con quella
specie di transatlantico, siete anche doppiamente minorate, in
quanto non sapete nemmeno parcheggiarlo. Io lo so, come lo sapete voi, che
quando è il momento di infilare il mostro tra due auto, dareste un anno di
manicure per avere tra le mani una Seicento. Soprattutto per non sentirvi al
centro dell’attenzione malevola del pubblico che vi osserva mentre strisciate
contro le fiancate delle auto, per poi guardarvi con un misto di pena e
disprezzo.
Nel prossimo post mi occuperò anche di quegli esseri
definitivamente de-neuronizzati che guidano le SMART. Mai nome fu meno appropriato
per i possessori di quella specie di slot machine su quattro ruote.