Per fortuna sono uscita dal tunnel, ma ancora le vedo in
giro.
Le Mamme.
Le Mamme diverse da me fanno parte della Mammafia. Parlano
solo di figli. Di scuola. Degli impegni extrascolastici. Delle festicciole che
organizzano ogni settimana, perché ogni settimana c’è un cazzo di compleanno di
qualche bambino. Delle maestre che danno troppi compiti. O pochi compiti. Del
compagno extracomunitario che, poverino, vivrà pure in una famiglia disagiata,
però disturba in classe. Dei corsi di inglese, dei corsi di danza, dei corsi di
arti varie. Perché un bambino non può rimanere in casa ad annoiarsi per un
pomeriggio, non sia mai. Della tata filippina che ha comprato la focaccina al
bambino intollerante al glutine e dev’essere licenziata.
Si ritrovano al mattino dopo aver accompagnato i figli a
scuola. Le vedi al bar per ore a farsi il caffettino, poi corrono in palestra dove
le attendono le lezioni di pilates o di yoga. Perché sono tanto stressate,
poverine. Naturalmente, hanno già dato disposizioni alla colf per il pranzo e
la cena, perché loro non hanno tempo. Al pomeriggio, prima di riprendersi i
figli, si ritrovano di nuovo al bar e si raccontano le tante amenità della loro
giornata. Raccattati i pargoli, li riportano ai suddetti bar per la merendina.
Mai fare l’errore di concedersi una pausa caffè dal lavoro alle 16.30; perché
ti ritrovi circondata da orde di bambini urlanti, passeggini con i figli più
piccoli che piangono disperatamente e madri che chiacchierano facendo finta di
niente. Al massimo, le senti rimbrottare affettuosamente i demonietti con un
“Luchino, non spaccare la spada laser in testa alla signora… Federico, smettila
di rotolarti per terra che dai fastidio… Mi scusi sa, ma sono bambini…”. No
cara Mamma. Non sono bambini. Sono incarnazioni di Satana o, nella migliore
delle ipotesi, maleducati all’ennesima potenza. Io non sono per la violenza
fisica, ma se invece del buffettino tirassi due schiaffoni sul culo
all’esorcista, vedresti che – magari – la prossima volta si comporta
meglio.
Ma queste sono quisquilie. Avete mai dovuto sopportare i
gruppi whatsapp delle Madri? No? Allora non potete capire cosa sia l’inferno in
terra. Centinaia e centinaia di messaggi giornalieri per sapere se la prof di
latino ha detto di studiare la pagina 21 o 22. Se qualcuno ha trovato nella
cartella del figlio il maglioncino di Gianbattista (non apro una cartella, la
mia, dal 1984). Se i ragazzi alla gita devono portare i panini o se si
arrangiano loro. Se qualcuno sa chi ha rubato la matita azzurra a Gaia, perché
se il colpevole non viene fuori ci saranno ritorsioni.
E poi, il peggio. Gli auguri. A Natale è l’apoteosi. Video interminabili
con Bambinelli nella mangiatoia, Re Magi, Babbi Natale, stelline danzanti,
renne volanti e relative musichette elettroniche in sottofondo.
Non puoi toglierti dal gruppo, perché se per caso arriva un
messaggio davvero importante dalle rappresentanti di classe, sei fottuta. E
allora ti rassegni. L’unica è silenziare i messaggi e leggerli quando hai
finito di lavorare, ma poi te ne ritrovi milleduecento e non sai se suicidarti
o passare per una madre di merda che si disinteressa dei figli.
Io ho scelto la seconda opzione.
Bisogna rompere il muro d’omertà e denunciare. Anche se la
Mammafia ha già vinto.