venerdì 3 marzo 2017

L'amore al tempo dei social


L’amore non è più un fatto privato, di coppia.
Si è trasformato in una specie di ammucchiata social nella quale vengono coinvolti follower, amici, parenti e sconosciuti. Non si fa in tempo ad aprire Facebook, Instagram e Twitter, che subito si viene investiti da video e foto di momenti che dovrebbero essere intimi e personali, gettati in pasto al pubblico per far vedere quanto si è felici e innamorati. Ma è realmente così?
Il punto è che tutto ciò che facciamo e pensiamo, ormai, viene condiviso con chiunque. Non esiste più il pudore dei sentimenti e dei ricordi amorosi, che dovrebbero essere custoditi discretamente e non sparsi ai quattro venti. Anche perché, scaramanticamente parlando, è sempre meglio non sbandierare il proprio idillio, pena fare figure di merda catastrofiche se tutto dovesse finire.
Persino sulla carta d’identità non è più obbligatorio mettere il proprio stato civile; perché dunque su FB bisogna scrivere se si è accoppiati, single o se si vive una relazione complicata? La cosa dovrebbe riguardare soltanto le parti interessate, non essere di dominio pubblico.   
Siamo smaniosi di condividere ogni momento della nostra vita, anche quella affettiva, perché in qualche modo il semplice fatto di postare foto e video dove per un attimo siamo stati felici, ci fa sentire protagonisti, soddisfa il desiderio di attirare l’attenzione e di nutrire il nostro ego bistrattato dalle frustrazioni quotidiane. In pratica, far parte di una comunità di sconosciuti ci fa sentire meno soli. Ma è solo un’illusione, perché più mettiamo in mostra i nostri sentimenti, più questi perdono di valore e vengono massificati, uniformati, banalizzati. Per non parlare del rischio di renderci ridicoli.
Non esistono più tabù. Abbiamo sdoganato di tutto, persino le immagini dei morti non ci impressionano più di quel tanto. Sarebbe bello se almeno l’amore rimanesse un’emozione da vivere nella sfera privata.   

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