Come cantava l’esperto Battisti,
ogni tanto capita di incontrarsi anche in una grande città. Magari perché si
frequentano gli stessi posti, o perché gli amici sono rimasti in comune. Fatto
sta che quando ci si imbatte nel proprio ex per caso, magari in compagnia del
nuovo partner, gli stati d’animo che si provano vanno dal terrore più profondo
all’imbarazzo più pietrificante, dall’indifferenza simulata all’espansività più
inopportuna. Vediamo quali sono le situazioni più classiche.
Al supermercato
Ci sono due tipi di uomini che
frequentano il supermercato: quelli che si portano da casa il microscopio
elettronico per controllare etichette e verificare filiere, date di scadenza,
ingredienti e eventuale presenza di conservanti; tutto questo per ammorbare il
prossimo con tutta una serie di dati statistici sulle spese superflue di questa
società consumistica. Poi ci sono quelli che, pur di fare in fretta, buttano
nel carrello qualsiasi cosa, dal pela-kiwi elettrico al servizio per la
bagnacauda in peltro sbalzato, in maniera totalmente indiscriminata e
assolutamente arbitraria, fregandosene altamente della lista che le loro
consorti hanno faticosamente compilato; scambiano l’ammorbidente per il
detersivo, prendono i pannolini 3-9 kg per il bambino che ormai ne pesa 25 e,
soprattutto, si dimenticano che gli assorbenti devono essere ultrapiatti e
avere le ali (mentre loro immancabilmente scelgono quelli spessi 5 cm senza
ali). Una volta il super era il vostro luogo preferito. Passavate interi sabati
pomeriggio alla ricerca dei prodotti più economici (e più scadenti) perché lui
era un fanatico del risparmio. Ora non vi sembra vero di aver trovato un nuovo
partner che non vi fa le menate se comprate i biscottini al caviale da 48 euro
e 90 invece di quelli gran risparmio al gesso e segatura che costano 59
centesimi. Eppure, eccovi lì, davanti al banco del pesce col vostro nuovo
fidanzato e l’ex marito in compagnia di una squinzia con 15 anni di meno. Tra
orate e polipi, gamberetti e tranci di pescespada, dopo gli imbarazzati saluti
vi guarderete nei rispettivi carrelli per scoprire che i suoi gusti
gastronomici sono notevolmente cambiati. Se con voi era un patito dei prodotti
convenienza, ora è tutto un pullulare di marchi costosissimi. E a dire il vero,
sarete più gelose delle confezioni extralusso che strabordano dal suo carrello
che della ventenne al suo fianco.
Una volta avvistata per strada l’ex
causa della vostra ancora persistente colite spastica, la cosa migliore è far
finta di non vederlo. Come? Gli escamotage possono essere diversi:
1)
Parlare animatamente al cellulare, naturalmente spento,
così che lui non si possa azzardare a tentare alcun tipo di approccio.
2)
Guardare intensamente una vetrina, a rischio di
sembrare una testa di minchia che osserva estasiata gli abiti di pizzo appesi
nel negozio della tintoria, mentre la stiratrice vi guarda sospettosa.
3)
Cercare disperatamente qualcosa nella borsa, a meno che
non sia una di quelle cazzo di microborsette dove al massimo ci si può infilare
una confezione da due di Tampax mini.
4)
Fissare ostinatamente per terra mentre camminate, come
se steste ostinatamente evitando le merde di cane di cui sono costellati i
marciapiedi.
5)
Entrare frettolosamente nel primo portone a portata di
mano, e inventare lì per lì una palla per custode, tipo a che piano
abita la famiglia Rossi, ovviamente inventata. Se invece risultasse davvero esitente, limitatevi a ringraziare e dite che volevate esserne sicure.
6)
Attendere una frazione di secondo e virare bruscamente
di 180 gradi, rifacendosi a passo di carica tutti i chilometri già percorsi.
A scuola
Se ci sono figli in età scolare,
dovrà capitare per forza di incrociarvi ai colloqui con gli insegnanti, fatto
già umiliante di per sé in quanto situazione propizia per cuccarsi il giudizio
sommario della comunità scolastica (se il ragazzo/a è venuto su così di merda,
vuol dire che avrà dei genitori altrettanto di merda). Esporre all’insegnante
la situazione familiare catastrofica, al fine di impietosirlo, è solamente
l’ennesimo squallido tentativo di rimandare l’ineluttabile, e cioè la
bocciatura dell’alunno asino, che si approfitta dei genitori disastrati per
addossare loro tutte le colpe delle sue malefatte. E il professore assisterà
impotente alle vostre schermaglie di ex coniugi inveleniti che si lanciano
fendenti accusatori tipo “è colpa tua che hai voluto mandarlo a fare ragioneria
anche se non ha mai imparato la tabellina dell’8”, oppure “che cosa pretendevi
dal figlio di uno bocciato in prima elementare?” ecc.
Nessun commento:
Posta un commento