lunedì 2 dicembre 2013

CHE TIPO DI EX SEI?


È inutile illudersi. Le storie finiscono, anche se si continua a stare insieme per i motivi più banali: figli, soldi, abitudine, paura della solitudine. L’importante è esserne coscienti e capire a quale delle categorie di ex appartenete. Semplificando, si potrebbe affermare che esistono due macro categorie: gli ex potenziali e gli ex effettivi. Per ex potenziali si intendono quelle persone che sono ancora conviventi ma che a livello psicologico si sentono già svincolate e libere da ogni responsabilità di coppia. Gli ex effettivi invece sono coloro che hanno già ufficializzato la fine del proprio rapporto.

Gli ex potenziali


Ex fisicamente presenti


Ormai psicologicamente lontani mille miglia dai partner ma ancora attenti a non far sentire la propria distanza, a non tradire la propria indifferenza, sia per convenienza sia per eventuali residui affettivi nei confronti del compagno/a. Si possono riconoscere dallo sguardo vacuo, dal sorriso ebete, dalla postura rassegnata e dal fatto che sembrano degli automi, svolgendo il loro compitino in modo meccanico e con una leggera espressione catatonica sul volto.

Ex mentalmente assenti


Non gliene frega più niente di mentire. Totalmente assenti e disinteressati, vivono nella più completa apatia sentimentale e se ne sbatterebbero persino se il proprio partner si presentasse nudo a una cena coi familiari. Sono ormai già mentalmente “oltre”, ma la presenza del compagno non li infastidisce più di tanto, perché ormai li considerano alla stregua degli acari della polvere: ci devi convivere, ok, ma l’importante è non vederli.

Gli ex effettivi

Gli ex vendicativi


Si sono mollati da diverso tempo ma non sopportano l’idea che il proprio ex sia felice o stia recuperando l’autostima. Quindi, cercano continuamente di sminuirlo agli occhi degli amici, dei parenti, dei figli. Nei confronti di questi ultimi, in particolare, vi è un accanimento psicologico molto sottile. I riferimenti sono sempre gli stessi: “quello stronzo di tuo padre”, “quella zoccola della tua matrigna”, “tuo padre è uno spilorcio senza palle”. Da parte maschile, naturalmente, c’è la stessa disponibilità al dialogo: “quella psicopatica di tua madre”, “tua madre non ha le mani bucate, ha due buchi con intorno le falangi”. L’unico risultato certo di questa guerra psicologica a distanza è l’esaurimento nervoso degli innocenti pargoli della ex coppia.

Le ex “chiocce”


In genere la sindrome della “chioccia” colpisce soprattutto donne non più giovanissime, signore di quella generazione che ha vissuto il matrimonio come indissolubile e che non riesce a concepire la vita al di fuori della famiglia, dei figli e del marito. Quel marito che probabilmente ha incontrato una ragazza molto più giovane di lui, perdendo la testa e il portafoglio; quello stesso uomo che ogni tanto si pente e prova nostalgia per l’ex moglie, patetica Penelope votata da sempre all’amore coniugale anche se lui ormai dorme con un’altra. Queste signore riescono persino ad ascoltare con partecipazione le rimostranze degli ex mariti nei confronti delle loro giovani sostitute, trattenendo a stento un malcelato senso di orgoglio: “Vorrebbe tornare con me ma non può, poverino; come fa a lasciare una ragazza così giovane, senza lavoro e con un figlio in arrivo? Certo che ogni tanto lo invito a pranzo; quella là non è neanche capace di cucinare, me l’ha sciupato tutto il mio povero Luigi.”

Gli ex “ci scopo ogni tanto”


Che male c’è a rinverdire i fasti di una relazione ormai chiusa con una innocua e saltuaria ‘ripassatina’? Niente, non fosse che questi volponi mirano allo scopo di mantenere il contatto con i propri ex attraverso il filo del sesso. La cosa assurda è che con tutta probabilità è stato proprio quello il motivo della separazione: una coppia che non fa più l’amore, uno dei due che se ne va, lei che scopre improvvisamente di essere Moana Pozzi rediviva, lui che per orgoglio ferito impara tutte le posizioni del kamasutra in soli due giorni; il risultato è che la ex coppia si riavvicina solo per sbattersi in faccia le nuove e inaspettate capacità amatorie. Peccato che a uno dei due la situazione vada più che bene, e all’altro no (in genere, alla donna); cosa c’è di meglio, infatti, di un buon sesso saltuario senza l’assillo del coinvolgimento emotivo, per questi emuli di Cicciolina e John Holms?

Gli ex amiconi


È scientificamente dimostrato che non si può essere amici dei propri ex se non è passato un ragionevole lasso di tempo tra la separazione e l’‘innocente’ riavvicinamento. Questo lasso di tempo è stato calcolato intorno ai 10-12 anni di debita distanza. Ma la parte degli amiconi disinteressati, non più sentimentalmente coinvolti, diventa un alibi per quelli che non riescono a stare lontani dai propri ex. Ci sono quelli che si offrono di consolarli dopo che hanno avuto una delusione sentimentale; quelli che sono sempre disponibili ad ascoltare le loro pene d’amore; quelli che dispensano consigli su come conquistare una nuova fiamma; quelli che li ospitano con i loro nuovi partner (pensando che così almeno ce li hanno sempre sotto gli occhi e possono continuare a sperare), in quanto la novella coppia non ha i soldi per andare in un motel a fare sesso, e lasciano così che gli si trombi sotto il naso sul divano appena rivestito. Da psichiatria. 

Gli ex finti indifferenti


Quando ne parlano ridacchiano con aria di sufficienza, dispensando battutine ironiche sulla figura dell’ex partner, come se l’essere stati mollati in realtà rappresentasse una benedizione, un atto di liberazione al quale prima o poi sarebbero arrivati anche loro. Niente di più falso. In realtà si rodono come se avessero un castoro nel deretano, consumandosi di rabbia e di propositi di vendetta che in confronto Otello era un signore leggermente infastidito dalle ipotetiche corna. La faccia patita e i gesti nervosi rivelano il reale stato d’animo, apparentemente celato dalla nonchalance con cui affrontano l’argomento: “Poverino, ti ha mollato?” “Ma figurati, il rapporto non andava bene, era solo questione di tempo e poi l’avrei fatto io, mi ha solo anticipato”, e mentre lo dicono il duodeno erutta gas come un geyser islandese, dalla cistifellea la bile travasa nel fegato e il colon si irrita così tanto che manda tutti direttamente affanculo.   

Gli ex patetici


Non è che fanno solo pena: è che proprio devastano l’anima per il senso di compassione che suscitano, tanto che uno vorrebbe portarseli a casa come dei poveri cuccioli abbandonati sull’autostrada. Solo che poi non si schiodano più: basta averli aiutati una volta, magari durante una delle loro ricorrenti crisi depressive, e non si possono più debellare, tipo herpes simplex, che una volta preso entra in circolo per sempre, e ogni tanto compare sottoforma di bubbone purulento sul labbro, di solito proprio la sera del primo appuntamento con il figone che non vi aveva mai cagato prima.

 

Gli ex sospettosi

Hanno sempre lo sguardo bieco, come se non vedessero l’ora di confermare le loro teorie cospiratorie. Pensano continuamente che i loro ex partner ne stiano combinando una grossa, quindi sguinzagliano una rete super spie fatta di parenti, amici e conoscenti, nel tentativo di inguaiare l’inconsapevole vittima. Appena hanno sentore di nuovi inciuci o storie in cui gli ex possono sentirsi coinvolti, affondano il colpo col ricatto più bieco, di volta in volta facendo le vittime sacrificali, accusandoli di essere dei pessimi genitori o impedendo loro di svolgere una normale esistenza post-matrimoniale.

Gli ex rancorosi


Non fanno altro che parlar male dei loro ex. Non riescono a capacitarsi del fatto che siano rimasti per tanto tempo con quei disgustosi e repellenti esseri. Così, fanno fioccare "complimenti", soprattutto in presenza di amici e conoscenti che un tempo frequentavano serenamente la ex coppia: “inutile parassita”, “scansafatiche mantenuta”, “impotente”, “frigida”, “fallito”, “ritratto di sua madre in peggio” sono solo alcuni degli epiteti che si scambiano reciprocamente, nonostante l’evidente imbarazzo del pubblico che assiste a questi sfoghi inopportuni. In questo modo, la loro vita sociale si azzera, perché i loro discorsi sono talmente monotematici (“quanto era stronzo il mio ex”, “quanto era zoccola la mia ex”) da far scappare a gambe levate chiunque si avvicini loro nel raggio di un chilometro.

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